Léon Frederic
Léon Frederic
Léon Frederic pittore del popolo
di Harm Wulf
Léon Frederic, nasce a Bruxelles nel 1856 figlio di un facoltoso gioielliere. Dai genitori, Eugène Frederic e Félicie Dufour, riceve un’educazione cattolica di tendenza liberale. Trascorre la sua infanzia ad Uccle e a sette anni entra nel pensionato dell’Istitut des Joséphites a Melle. Nel 1871 inizia a lavorare come apprendista dal pittore decoratore Charles Albert, e frequenta i corsi serali dell’Accademia d’Arte di Bruxelles. Nel 1874, lavora nell’atelier di Jean Portaels. L’anno seguente si unisce ad altri giovani pittori per affittare un atelier collettivo in cui può esercitarsi con modelle viventi. Dal 1876 al 1878, prepara opere per il Premio Roma che non riesce ad ottenere. Il padre gli offre un viaggio di studi in Italia della durata di un anno. Nel 1878 fa il suo debutto nel gruppo Essor che riunisce tendenze pittoriche realiste. Nel 1882 scopre l’opera del pittore naturalista Jules Bastien Lepade nel Salone di Bruxelles. Léon Frederic sviluppa in modo personalissimo sua arte che è il bizzarro incontro tra un naturalismo manierista con la ricchezza del quattrocento e quella dei maestri fiamminghi. Nel 1883 è salutato come pittore pieno di promesse per il suo trittico Les marchands de craie, che unisce la modernità al genio dei maestri antichi e, dal 1890, diviene il pittore più popolare del Belgio insieme a Meunier ed Eugène Laermans. Questa tela, come molte altre successive, rende conto dell’ineguaglianza sociale nella società belga. Frederic è sensibile alle miserrime condizioni del proletariato che evidenzia nei trittici Le Peuple verra un jour le lever du soleil (1890-1891) e Les âges de l’ouvrier (1895-1897) che oggi è esposto nel Museo d’Orsay a Parigi). Questa opera è un interessante documento sociale e storico. L’ispirazione per il trittico è data all’artista dalla sollevazione popolare di Bruxelles del 1893. Frederic mette in scena una folla desiderosa di scappare da un epoca dolorosa, davanti una giovinetta vestita di rosso. Il colore dell’abito allude ai drappi rossi portati dai manifestanti nei moti del 1893. La tavola centrale ricorda anche alla secolarizzazione che, nelle città, prende proporzioni inquietanti. Si vede sullo sfondo la cattedrale di Saints-Michel-et-Gudule nel Marolles, ma l’artista rappresenta la città del punto di vista del popolo. Nello stesso pannello si può vedere, in prospettiva tronca, il municipio e l’ospedale Saint-Pierre; nel pannello di sinistra s’intravede invece la prigione di Saint-Gilles. Gli stessi luoghi, palazzo di giustizia, ospedale e prigione definiti cinicamente da Octave Maus “i grandi luoghi della villeggiatura operaia”. Il pannello di sinistra evoca anche l’erezione della croce, mentre quello di destra ricorda la Vergine ed il bambino. Frederic si distingue dagli altri artisti realisti e simbolisti per la venerazione del corpo umano da lui considerato immagine e riflesso dell’anima. S’interessa egualmente alla vita rurale del piccolo villaggio di Nafraiture che ispira composizioni quali Les âges du paysan (1885-1887) e Le retour del la Procession (1904 esposto al Museo reale delle Belle Arti di Bruxelles). Negli anni successivi i suoi quadri sono esposti a Gent, Liegi, Monaco, Nizza e Parigi. Si aggiudica la medaglia d’oro per la pittura all’Exposition Universelle del 1889 e del 1900. Nel 1898 riceve dalla città di Bruxelles l’incarico per un affresco per il municipio: l’opera di due metri per sei si chiamerà Les départ des conscrits e decora la sala delle milizie dell’Hotel de ville. Il 3 giugno 1899 Léon Frederic sposa Laurence-Louisa-Mathilde Bastin nata a Binche il 3 giugno1869. La coppia s’istalla al 232 de la Chaussée de Haecht nella città di Schaerbeek. Avranno due figli: Georges-Félicien-Firmin-Florent-Eugène nato il 21 settembre 1900 e Gabrielle-Henriette-Marguerite nata il 21 febbraio 1902. Molte opere di quegli anni saranno dedicate i figli ed alla famiglia. Georges seguirà le orme del padre divenendo a sua volta un valente pittore. Tra il 1914 e il 1915 le atrocità della guerra influenzano profondamente l’artista che dipinge La résurrection des morts e termina nel 1916 il trittico Tout est mort. Il 6 aprile 1927 alla presenza della regina belga Elisabetta e accompagnato dalla contessa di Caraman Chimay si tiene una cerimonia in suo onore organizzata dalla Société royale des Beaux-Arts presieduta dal duca d’Ursel. La regina ben conosceva il lavoro di Frederic in seguito alla visita del suo atelier nel 1921. Nello stesso anno, periodo di difficoltà finanziarie per l’artista, aveva acquistato sei dipinti paesaggistici. Alla cerimonia prendono parte anche sua moglie Laurence Bastin, il figlio Georges e gli scultori Pierre Braecke e Jules Lagae. L’omaggio a Frederic si tiene nella sala del museo moderno in cui si trova il trittico Les marchands de crai. Il pittore riceve una medaglia con la sua effige che verrà apposta sulla facciata del suo atelier nella via Chaussée de Haecht 232 à Schaerbeek. Dopo la demolizione di questo edificio il medaglione di Jules Lagae sarà apposto su una stele ricordo inaugurata il 6 maggio 1972 e che si trova oggi nel parco Josaphat della città. I riconoscimenti ufficiali si susseguono: il 24 aprile 1929 il Re Alberto I concede a Frederic il titolo di barone. L’artista sceglie come motto: “Ars longa vita brevis”. Dal 1920 la pittura di Frederic diventa sempre più realista e personale: avversario delle teorie si rivolge in modo comprensibile al popolo che ne decreta il successo. Tantissime opere sono accolte nei musei belgi ed internazionali nonostante la totale estraneità dell’artista ai canoni dell’arte moderna. Muore a Schaerbeek (Schaarbeek in fiammingo) il 25 gennaio del 1940, qualche settimana prima di un altro pittore belga Eugène Laermans (1864-1940). Léon Frederic è sepolto nel cimitero di Evere a Bruxelles. La cittadina di Schaerbeek gli dedica una delle sue vie. Tra il 5 dicembre 2000 ed il 27 gennaio 2001 la città di Schaarbeek ha organizzato un’importante retrospettiva dedicata a Léon e Georges Federic con il patronato di molti ministri del governo belga.