Wilhelm Petersen
Wilhelm Petersen
Le muse – Pittura Wilhelm Petersen
di Léopold Kessler
Articolo apparso sul n. 14 printemps 2003 della rivista francese Réfléchir & Agir
Ai nostri occhi il pittore tedesco Wilhelm Petersen, a cui dedichiamo questo breve scritto, possiede due immense qualità: è stato un artista in grado di rappresentare la perfezione del suo stesso popolo quello dei Frisoni della Germania del Nord. E’ stato coerente con le sue idee, senza alcun compromesso, mettendo sempre in pratica quello che pensava da pittore, professore, guerriero e padre di famiglia.
Rendiamo allora omaggio a questo pittore “maledetto”. Wilhelm Petersen nacque il 10 agosto del 1900 nella casa familiare, tipica costruzione tradizionale in legno, a Klostersande vicino a Elmshorn nello Holstein regione settentrionale della Germania. I suoi familiari si trasferirono ad Amburgo nel 1912.Tre anni più tardi il giovane Wilhelm inizia a partecipare alle attività del movimento giovanile all’interno del gruppo degli Artamanen . All’età di sedici anni incomincia lo studio della pittura con Peter Gustav Dorén alla scuola di arti decorative di Amburgo. Al compimento dei diciott’anni si offre volontario ed è incorporato nel 76° reggimento di fanteria di Amburgo. La guerra termina prima che sia inviato al fronte. Si unisce allora ai corpi franchi arruolandosi nella brigata Ehrhardt e nel 1919 si batte nelle strade di Berlino contro gli spartakisti e nei successivi due anni nell’alta Slesia e sul baltico. Al suo ritorno nel 1920 lavora per l’Accademia forestale di Eberswalde. Realizza numerosi affreschi rappresentando i suoi familiari con la tecnica degli antichi maestri a cui si ispira per i primi lavori (Min Vader). Diventa restauratore d quadri e pittore privato. Nel 1923 s’imbarca come marinaio su uno yacht di proprietà di un conte e veleggia nelle acque scandinave. Dopo un viaggio di studio in Lapponia e in Scandinavia nel 1924 riprende il suo lavoro e pubblica le prime raccolte di dipinti. Si sposa l’anno successivo con la baronessa Frigga von Vietinghoff-Scheel da cui avrà due figlie. Profondamente ispirato dalle opere di Brueghel che scopre nel Museo dell’Arte di Vienna durante un viaggio adotta uno stile realista ma personale, naïf ma minuzioso, che traduce con una grande forza evocativa le favole di Andersen, il mondo nordico, della Frisia e dei Paesi Bassi. Nel 1927 si trasferisce a Berlino e lavora come illustratore per diverse case editrici. Incontra Alfred Rosenberg e si unisce alle SA e alla NSDAP. All’inizio degli anni trenta dipinge principalmente scene della vita popolare della Frisia, ritratti di ragazze nordiche, nudi femminili e scene familiari. La sua prima esposizione avviene a Berlino nel 1934. Dipinge con Walter Hansen un affresco per una scuola ed un altro per un circolo d’aviazione e una pittura murale “Henrich I mit gefangenen Ungarn” nel castello di Quedlinburg su richiesta di colui che credeva d’essere l’erede spirituale di Enrico l’Uccellatore. Una sua serie di dipinti sulla preistoria germanica appare sulla rivista Germanenerbe e viene esposta in una dozzina di città (Lubecca, Copenaghen, Helsinki, Amburgo…). Con il successo e le successive esposizioni arrivano anche i riconoscimenti, riceve nel 1936 il Gran Premio del Reichbund fuer deutsche Vorgeschichte. Successivamente egli compie una serie di lavori sui vichinghi e l’epopea dei Nibelunghi (Thor faehrt ueber Midgard, Hagen…) e sculture in legno ispirate all’Edda (Ask, Embla…). Pubblica nel 1937 un libro per bambini, iniziato dopo il 1923, Ut de Ooken che racconta le avventure di Puck il folletto. Per questo libro riceve il Premio artistico dello Schleswig-Hostein nel 1940. Nominato professore nel gennaio del 1938 a Brema non ha il tempo per iniziare ad insegnare la pittura. Mobilitato nel 1938 nella fanteria, partecipa come mitragliere alla campagna di Polonia. Ne approfitta per disegnare scene di guerra. Il suo successivo arruolamento nella divisione Wiking come pittore di guerra lo conduce in Belgio, Spagna e Francia dove si merita la Croce di Ferro. Una grande mostra retrospettiva della sua opera è organizzata per il quarantesimo compleanno alla Kunsthalle di Kiel. Nel 1942 sposa in seconde nozze Lotte Luhmann la nipote del pittore Gustav Dorén dalla quale avrà due figlie e due figli. Mobilitato di nuovo dal 1942 al 1945 realizza un enorme mole di disegni sul fronte dell’est. Sono opere di un realismo estremo che mostrano tutti gli aspetti della guerra anche i più spaventosi. Perde un occhio al fronte sul finire della guerra e molti dei suoi disegni sono rubati o distrutti dall’Armata Rossa. Prigioniero in un campo di concentramento britannico, non può riprendere la sua carriera che nel 1947, ad Elmshorn dove, il 16 settembre, nasce suo figlio Hans-Christian. Seguirà le tracce del padre, buon sangue non mente, e diventerà nel 1974 pittore e grafico ad Esens nella Frisia orientale. Wilhelm Petersen riesce ugualmente ad esporre nuovamente le sue opere a Husum nella superba Nissenhaus. Per mantenersi lavora come grafico pubblicitario. Appaiono molte sue opere illustrate e crea il personaggio per bambini di Mecki il riccio. Dipinge nuovamente, come negli anni venti, numerosi quadri su paesaggi della Frisia e ritratti familiari con una precisione ancora più penetrante. Nel 1950 si imbarca per due anni di viaggi su di una nave che lo conduce in Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Algeria, Grecia, Turchia. Negli anni cinquanta realizza molti lavori ad olio e soggiorna in Scandinavia, Austria ed Italia. Un esposizione di 238 tele avviene a Bordersholm nel 1956. Altre esposizioni sono realizzate in Germania e a Monaco nel 1969, anno in cui riceve il riconoscimento del Deutsche Kulturwerk Europaischen Geistes. L’anno 1975 è caratterizzato da importanti eventi: un’esposizione nella città di Elmshorn, il ricevimento del premio Friedrich Hebbel e il criminale incendio doloso della sua casa, vecchia trecento anni, il 9 aprile a Klostersande nelle vicinanze di Elmshorn. L’abitazione sarà ricostruita identica in un anno grazie all’impegno di amici e sostenitori. Perde totalmente l’uso della vista nel 1978, due anni più tardi la città di Elmshorn lo fa cittadino onorario ed espone nel Museo della Frisia del Nord a Husum. Muore il 24 maggio 1987 dopo una vita intensa, sempre fedele ai suoi ideali della giovinezza.
Tre magnifici volumi raccolgono le opere migliori dell’artista:
Uwe Christiansen, Hans-Christian Petersen “Wilhelm Petersen der Maler des Nordens” Grabert Verlag 1993, Herausgeber Alain de Benoist
Wilhelm Petersen “Er Ging an meiner Seite Zeichnungen 1939-1945” Munin Verlag 1980
Wilhelm Petersen “Die Gudrum Sage” Orion Heimreiter Verlag 1999
Réfléchir & Agir – Revue autonome de désintoxication idéologique
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Appendice: “Rote Baron”
Manfred Albrecht Freiherr von Richthofen (2/5/1892 Breslau – 21/4/1918 Vaux sur Somme)
http://de.wikipedia.org/wiki/Manfred_von_Richthofen