Julius Johan Ferdinand Kronberg
di Harm Wulf
In una delle novelle della raccolta “Siesta” del 1897, “La regina di Saba”, apparsa in italiano nel 1999 presso la meritoria casa editrice milanese Iperborea, lo scrittore norvegese Knut Hamsun (1859-1952), racconta lo straordinario e idealizzato amore di un critico letterario norvegese per una misteriosa ragazza svedese che lo spinge a vagabondare seguendo la sua folgorazione passionale:
“Proprio in quel periodo Julius Kronberg esponeva il suo grande dipinto La Regina di Saba a Göteborg. Come tutti gli altri, dovevo anch’io andare a vedere il quadro, e quando lo vidi ne rimasi totalmente affascinato. La cosa più straordinaria era che la Regina mi sembrava assomigliasse moltissimo alla mia signorina del podere – non quando rideva e scherzava, ma com’era nell’istante in cui, ritta in piedi nella carrozza vuota, mi fulminava con gli occhi perché volevo staccare i cavalli. Dio solo sa cosa non tornai a provare nel cuore. Il quadro non mi dava pace, mi ricordava troppo la mia felicità perduta.”
Chi era questo pittore svedese che aveva avuto la capacità di ispirare con il suo dipinto il premio Nobel per la letteratura del 1920 e futuro proscritto per l’adesione al Nazionalsocialismo?
La Regina di Saba, 1888, Castello di Tjolöholms |
Julius Johan Ferdinand Kronberg era nato l’11 dicembre 1850 a Karlskrona, nel sud della Svezia. Aveva trascorso la giovinezza con la madre ed il nonno perché il genitore, uomo d’affari, trascorreva gran parte del suo tempo nella capitale svedese. Nel 1863 il padre, Gustav Kronberg, scrisse una lettera da Stoccolma chiedendo al figlio di raggiungerlo nella città per lavorare con lui nella fabbrica di pianoforti Hoffmanns pianofabrik. Quando il giovane Julius arrivò, scoprì che l’attività lavorativa a lui riservata era un noioso e ripetitivo lavoro d’ufficio. Ne fu doppiamente deluso perché aveva creduto di essere stato chiamato per iniziare ad apprendere l’arte della costruzione degli strumenti musicali. Di carattere fermo e determinato nonostante la giovane età, Julius abbandonò il lavoro il giorno seguente. Ciò provocò l’ira furiosa del padre. Gustav Kronberg era forse più determinato del ragazzo e, a causa di questo rifiuto, disse al giovane Julius di non considerarlo più suo figlio. Sostenuto da una ferrea volontà, malgrado egli avesse solo 13 anni e la famiglia lo ritenesse troppo giovane, il ragazzo affermò la sua volontà d’iniziare l’Accademia d’Arte chiedendo l’ammissione. Nonostante le perplessità della famiglia e degli insegnanti, Julius tornò dopo qualche giorno all’Accademia mostrando dei dipinti che egli aveva fatto nella sua casa di Karlskrona. Il professore che aveva visto nel ragazzo un talento non comune gli permise l’iscrizione ad una scuola pre-accademica dopo di che passò rapidamente alla vera Accademia d’Arte. Nel 1869, all’interno di un concorso per pittori dell’Accademia il giovane artista dipinse un quadro a carattere storico “Gustav Vasa” (Gustavo I Erikson Vasa, 1495 – 1560, re di Svezia dal 1523) che vinse la medaglia reale. Oltre all’encomio e alla decorazione, il premio consisteva in una somma di denaro che gli permise di recarsi all’estero e di approfondire la conoscenza degli artisti europei sia attraverso le visite nei musei e nelle pinacoteche sia conoscendo personalmente i pittori più affermati nei loro atelier. Dopo brevi soggiorni a Parigi e Düsseldorf, Julius Kronberg si stabilì a Monaco dove dipinse nel 1875 il celebre quadro “Ninfa dell’ossessione con fauni” che affascinò lo scrittore e drammaturgo svedese August Strindberg (1849 – 1912) che scrisse in un articolo dedicato all’artista: “E’sceso tra noi e lavora qui il maestro dei colori”. I viaggi dell’artista continuarono grazie alla fama che stava acquisendo ed alle commissioni che cominciavano ad arrivare numerose. Si recò all’Accademia d’Arte di Venezia dedicandosi allo studio ed alla copia dei classici della pittura. Celebri sono i suoi rifacimenti dei due angeli dall’“Assunta”di Tiziano (1477-1576) e di un dipinto del Tintoretto (1518-1594), il “Ritratto di Antonio Capelli”. Si esercitò anche nella riproduzione del “San Sebastiano” del Ferrarese e di un angelo dalla “Vergine in gloria” del Padovanino (1588-1648). Tornato a Monaco ebbe l’occasione di conoscere il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (1828-1906) di cui dipinse, nel 1877, un famoso ritratto oggi all’Ibsen Museum di Oslo. Ricominciò i suoi viaggi di studio e apprendistato verso l’Italia e nel 1877 visitò Roma e Padova per proseguire la sua attività di formazione artistica e copia dei maestri classici. Nel 1878 si stabilì a Roma dove impiantò il suo studio in via Margutta 33. I viaggi in Oriente, in Tunisia e al Cairo lo avvicinarono ai temi biblici e storici di cui furono esempi famosi “La Regina di Saba” e “Cleopatra” terminato nel 1883. Nel 1885 dipinse “David suona per Saul” ora al National Museum di Stoccolma. Sia nella rappresentazione dei temi biblici o orientaleggianti, sia in quella di temi sacri o della mitologia del paganesimo europeo le opere di Julius Kronberg riflettono una sensibilità tardo romantica e la sua fedeltà assoluta ai classici e alla pittura del passato soprattutto di quella italiana. Tornato in Italia trascorse qualche tempo a Siena dedicandosi alla copia dei lavori di Ambrogio Lorenzetti (1280-1348) e del suo celeberrimo “Buon e Mal Governo nel Palazzo Comunale”. Nel 1886 trascorse un periodo a Verona per studiare l’ambiente in cui si era svolta la tragica storia d’amore di Romeo e Giulietta a cui voleva dedicare un dipinto. Tornato a Roma ebbe l’occasione di incontrare nel suo studio Ellen Scholander di cui s’innamorò. Non potendosi incontrare da soli, Julius organizzò un appuntamento clandestino a Milano in cui dichiarò il suo amore alla giovane. Si sposarono nel 1887 a Lilla Skuggan, in Svezia senza invitare la famiglia Kronberg. La coppia si stabilì a Roma e nel 1888 nacque la prima figlia Margherita, nome scelto in onore della strada in cui vivevano. Nel 1889 la famiglia di Julius Kronberg tornò in Svezia scegliendo di vivere a Stoccolma. Ormai artista affermato e famoso, nel 1890, gli venne commissionata dal Governo svedese il disegno della banconota da 1000 Corone che conservò la stessa immagine ideata dall’artista fino al 1960. L’Accademia d’Arte chiese ufficialmente a Julius Kronberg di diventare insegnante del prestigioso istituto: ricordando le peripezie trascorse da giovane per accedervi, l’artista accettò con orgoglio ed entusiasmo l’incarico. Nel 1890 la famiglia fu allietata dall’arrivo del secondo figlio Rolf. Il Re di Svezia Oscar II (1829-1908), poeta ed umanista, chiese a Julius Kronberg di decorare il castello della capitale in cui l’artista concepì e dipinse tre affreschi per il soffitto. Nel 1894 ripresero i viaggi attraverso l’Europa per eseguire copie delle opere del Tiepolo (1696–1770): si recò al Kaiser Friedrich Museum di Berlino , nel palazzo arcivescovile di Würzburg e nella Villa Nazionale di Strà vicino a Venezia. Nella città di San Marco visitò svariate volte l’Accademia d’Arte, la chiesa dei Gesuati, affrescata da Gianbattista Tiepolo e in cui si trova “La Vergine coi Santi” del 1740, e quella della Pietà col “Trionfio della fede” del 1755. Nel 1895, di ritorno in Svezia, eseguì molti ritratti di membri della famiglia nobile von Hallwyl di Stoccolma e fu richiesto dalla contessa della stessa famiglia per decorare il palazzo costruito dall’architetto Isac Gustav Clason. Nel 1897 nacque il terzo figlio dell’artista, un maschio che venne chiamato Göran. Molto malato fin dall’infanzia riuscì a sopravvivere in pessime condizioni di salute per quasi sette anni. Uno dei lavori più importanti del pittore furono gli affreschi della cupola della Chiesa di Adolf Fredrik di Stoccolma che fu progettata in stile neoclassico dall’architetto Carl Fredrik Adelcrantz e costruita tra il 1768 ed il 1774 che deve il proprio nome al re Adolf Fredrik (1710-1771), che pose la prima pietra. Julius eseguì gli affreschi tra il 1899 e il 1900 e gli schizzi dei lavori possono essere visti nello studio del pittore, oggi aperto al pubblico, che si trova allo Skansen, la grande zona parco della città di Stoccolma. Oltre alle opere di Kronberg nella chiesa si trovano due sculture realizzate dal più noto artista svedese ai tempi di costruzione della chiesa originaria, lo scultore Jahan Tobias Sergel. La prima, in onore del filosofo francese René Descartes (Cartesio 1596-1650), che ai tempi della regina Kristina di Svezia (1626-1689) intratteneva rapporti molto stretti con la corte svedese e fu sepolto nel cimitero della chiesa tra il 1650 ed il 1666, prima che la sua salma fosse restituita al suo paese natale. La seconda scultura di Sergel è un motivo nell´altare, anch’esso realizzato sotto l’egida di Gustaf III, rappresenta Cristo che risorge nel giorno di Pasqua. Il fonte battesimale in cristallo, proveniente da Orrefors, ricorda l´esploratore Sven Hedin (1865-1952), è opera di Liss Eriksson. Anche Hedin, come Hamsun, nonstante la meritata fama per le straordinarie esplorazioni e scoperte geografiche, subirà l’ostracismo pubblico per il suo sostegno al Nazionalsocialismo (vedi M. Zagni ”Archeologi di Himmler” Ed. Ritter, 2004 pag. 119- 122). Nel 1902 nacque il quarto figlio della coppia Kronberg a cui venne dato il nome di Staffan. Tra il 1905 e il 1908 Julius Kronberg fu impegnato in un mastodontico lavoro di affresco del soffitto e del proscenio del Teatro Reale di Arte Drammatica di Stoccolma coadiuvato dalla figlia maggiore Margherita. Sul proscenio l’artista rappresente uno dei temi classici della mitologia greco-romana: Eros (Cupido) dio alato dell’amore armato di arco e frecce attorniato dalle Moire (Parche) le tre divinità del Fato, (Cloto, Lachesi e Atropo), vestite di bianco nell’atto del filare i giorni della vita di ogni uomo. Sul soffitto Apollo dio della luce e della musica sul cavallo alato alza al cielo una lira circondato dalle nove Muse (Calliope-poesia, Clio-storia, Tersicore-danza, Polimnia-arte mimica, Melpomene-tragedia, Erato-poesia lirica e amorosa, Euterpe-musica e poesia melica, Talia-commedia, Urania-l’astronomia) divinità della poesie e dell’arte. Come molti artisti del suo tempo Julius Kronberg fu appassionato studioso delle teorie teosofiche: la ricerca del divino non attraverso l’atto di fede o il ragionamento ma con la fantasia e il sentimento. Attraverso l’arte, i colori, la bellezza l’intuizione personale del sacro: a queste idee volle educare l’ultimo nato Staffan che, nel 1913, fu mandato in una scuola teosofica della California. Nel 1920 l’artista si ammala gravemente, un tumore alla gola forse a causa del suo tabagismo: viene operato in gennaio. Sua moglie Ellen scrive al figlio minore Staffan in California delle sue preoccupazioni per la salute di Julius. Ad aprile la figlia maggiore Margherita scrive a Steffan chiedendogli di rientrare a casa sia per la grave malattia del padre sia per la sofferenza della madre affetta da emicranie sempre più dolorose. Il 31 luglio Staffan riceve un telegramma che gli annuncia l’improvvisa morte della madre. La scuola non concede all’allievo nessun permesso per il lutto fino a che il padre non scrive personalmente al direttore per far rientrare il giovane in Svezia. Il 17 ottobre del 1921 muore l’artista Julius Johan Ferdinand Kronberg. Alla sua morte la contessa Wilhelmina von Hallwyl comprò il suo atelier e lo donò alla città di Stoccolma. La pittura di Kronberg fu sempre ispirata dai maestri classici del passato: in quelle opere era racchiusa l’essenza della vera arte. Nessuna concezione della modernità poteva giustificare la perdita della purezza delle linee, della chiarezza delle forme e dell’uso dei colori. Per tutto l’arco della sua produzione artistica Julius rimase il rappresentante scandinavo di una pittura accademica sempre saldamente ancorata alla tradizione. Questa sua tenace fedeltà alla tradizione e la totale mancanza di concessioni alle avanguardie della modernità gli sono valse un pesante ostracismo da parte della critica. Ancora oggi, se usciamo dall’ambito scandinavo è difficile trovare notizie sulla sua opera. Questa coltre di silenzio calata sull’artista fu rotta in modo inaspettato dal popolare gruppo svedese degli ABBA che misero sulla copertina del loro disco del 1981 “The Visitors” un’immagine del dipinto di Kronberg “Eros” (del 1905), presa nello studio del pittore allo Skansen di Stoccolma. Questo piccolo episodio ebbe lo strano ed inaspettato effetto di riportare all’attenzione del pubblico internazionale l’opera dell’artista. Il suo atelier di Stoccolma sull’isola di Djurgården, in cui è possibile vedere il quadro rappresentato sul disco, è diventato un luogo di pellegrinaggio per tutti quelli che amano l’arte e la sua pittura.