Wilhelm Sauter

Wilhelm Sauter

di Harm Wulf

Wilhelm Sauter nacque a Bruchsal nel Baden-Württemberg il 1 aprile 1896 unico figlio del funzionario statale Friedrich Sauter e di Luise Kolb.  Dopo gli obblighi scolastici si trasferì a Heidelberg nel 1913 presso il Lehrerseminar con lo scopo di diventare un insegnante di arte. Dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale si arruolò nel 169° battaglione di fanteria a Lahr nel settembre del 1915. Un anno più tardi, mentre si trovava sul fronte della Somme vicino a Serre, fu gravemente ferito da un colpo di artiglieria che lo seppellì vivo e lo rese parzialmente sordo. L’esperienza della guerra diventò più tardi la base per molti dei suoi lavori artistici più famosi. Dopo un periodo di convalescenza in un ospedale militare di Salzkotten fu smobilitato nel febbraio del 1917. Trovò un impiego in una scuola elementare e dal 1918 al 1920 studiò nella Badische Landeskunstschule a Karlsruhe, dove seguì i corsi d’incisione di Walter Conz (1), quelli di disegno di Friedrich Fehr (2) e quelli di pittura di Karl Eyth (3) e August Groh (4). Nel 1920 si sposò. Suo figlio morì a soli quattordici anni di difterite. Dopo il suo diploma insegnò egli stesso disegno dal 1921 al 1925 alla Fichteschule e nel 1926 si traferì a Ladenburg. Insegnò nelle scuole di Villingen, Bruchsal, Karlsruhe, Weinheim e Ladenburg completando la sua formazione artistica presso il pittore Hans Adolf Bühler (5). Con l’appoggio del pittore Hans Thoma (6) fece la prima esposizione delle sue opere al Karlsruher Kunstverein. Sauter eseguì numerosi ritratti e dipinti di paesaggi e a tema militare usando diverse tecniche tra cui il dipinto a olio, il disegno e l’acqua forte. Tra il 1924 e il 1927 realizzò sei illustrazioni con la tecnica a punta secca per il romanzo Simplicius Simplicissimus di Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen (7). Entrò nel partito nazionalsocialista il 1 agosto del 1932 e, dal 1934, collaborò con il ministero dell’Istruzione realizzando molte opere che furono presentate in diverse esposizioni. Tra queste Heroische Kunst a Berlino nel 1935, al Badische Gaukulturschau nel 1937, alla Biennale di Venezia nel 1942, alla Große Deutsche Kunstausstellung presso la Haus der Deutschen Kunst di Monaco nel 1938, 1939, 1940, 1941, 1942, 1943, 1944 e nella mostra Deutsche Künstler und die SS del 1944 a Breslau e Salzburg. Le opere di Wilhelm Sauter furono acquistate tra gli altri da Adolf Hitler, Fritz Todt, Joseph Goebbels, e diverse dal Badisches Armeemuseum di Karlsruhe (8). Nel 1936 Wilhelm Sauter realizzò, in memoria dei caduti, il trittico Das Opfer Heldenschrein (Il sacrificio – Il sacrario degli eroi) che fu acquistato dallo Stato del Baden e fu distrutto da un bombardamento inglese nell’autunno del 1942. Il dipinto rappresenta nel suo pannello centrale cinque soldati politici nazionalsocialisti, due SS e due SA che trasportano un milite ferito. Nei due pannelli laterali sono raffigurati due gruppi di Frontkämpfer della prima guerra mondiale: il gruppo di sinistra è composto da tre fanti con l’equipaggiamento antigas. Il gruppo di destra è composto da tre soldati feriti. Sotto al pannello centrale una scritta ammonisce: Hanno dato tutto per la Germania. Sotto la scritta il dipinto inferiore rappresenta sei caduti: tre soldati del fronte e tre soldati politici.  Nel 1939 Wilhelm Sauter ottenne il Gaukulturpreis. Nel 1941 fu nominato professore presso l’accademia delle arti figurative la Hochschule der bildenden Künste di Karlsruhe, dove aveva studiato quando era ancora chiamata Badische Landeskunstschule. Rimase attivo fino al 1945 poi, come tutti gli artisti tedeschi che avevano lavorato nel periodo del Nazionalsocialismo, subì l’ostracismo più totale. Molte delle sue opere furono distrutte o trafugate. Una delle più note Westfront 1940, olio su masonite, esposta al Große Deutsche Kunstausstellung del 1941, si trova ancor oggi nel Army Art Collection del US Army Center del Military History Museum Support Center a Fort Belvoir in Virginia, USA (9). Il dipinto, acquistato da Adolf Hitler per 9.000 RM, fu sottratto insieme a migliaia di altri dai soldati americani durante la seconda Guerra mondiale dalla Haus der Deutschen Kunst di Monaco. Oggi restano nel Museo americano 456 opere classificate come propaganda e perciò mai restituite ai legittimi proprietari. Wilhelm Sauter morì a Göppingen il 27 giugno 1948.

Note

(1) http://de.wikipedia.org/wiki/Walter_Conz

(2) http://de.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Fehr

(3) http://www.amazon.de/Karl-Eyth/e/B00NTRQAX2/ref=dp_byline_cont_book_1

(4) http://de.wikipedia.org/wiki/August_Groh

(5) http://de.wikipedia.org/wiki/Hans_Adolf_B%C3%BChler

(6) http://de.wikipedia.org/wiki/Hans_Thoma

http://www.hans-thoma-museum.de/

(7) http://de.wikipedia.org/wiki/Hans_Jakob_Christoffel_von_Grimmelshausen

(8) http://www.wgm-rastatt.de/

(9) http://www.washingtonpost.com/local/fort-belvoir-holds-art-made-by-the-nazis-and-found-by-a-world-war-ii-us-army-officer/2014/02/21/2158194c-9a7e-11e3-b88d-f36c07223d88_story.html

Opere

  • Totentanz (1917–1918)
  • Grabenposten im Feuer (1928)
  • Essenholer (1931)
  • Im Laufgraben (1932)
  • Toten Kameraden (1932)
  • Die Abgelösten (1932)
  • Endlose Straße (1934)
  • Gute Kamerad (1934)
  • Die Wassertrinker (1936)
  • Das Opfer. Heldenschrein (1936)
  • Der Bauernführer Joß Fritz (1937)
  • Kampfzeit (1937)
  • Die Badischen Grenadiere in der Schlacht bei Cambrai (1938)
  • Frontsoldat  (1938)
  • Zwei Wege (1939)
  • Der ewige Musketier (1940)
  • Vormarsch im Westen (1941)
  • Westfront 1940 (1941)
  • Serre 1916 (1942)
  • Übergang am Oberrhein (1942)
  • L.M.G. (1942)
  • Ostkämpfer (1944)
  • Verschüttet
  • Begegnung
  • Das Kreuz von Serre
  • Stoßtrupp
  • Ums Morgengrauen
  • Melder

Bibliografia

http://de.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Sauter

http://en.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Sauter

Heldenschrein, Wilhelm Sauter in Das Bild – Monatsschrift für das Deutsche Kunstschaffen in Vergangenheit und Gegenwart, März 1936, p. 90

Fritz Wilkendorf  Der Kriegsmaler Wilhelm Sauter in Ekkhart – Jahrbuch für den Oberrhein, Volume 24, Verlag G. Braun, Karlsruhe 1943, p. 26-37

Klaus Lankheit Das Triptychon als Pathosformel, Heidelberg 1959

Wilf Habich Der Kriegsmaler Wilhelm Sauter in Der Bote aus dem Wehrgeschichtlichen Museum Schloß Rastatt e.V. mit Unterstützung des Militärgeschichtlichen Forschungsamtes, Freiburg – Rastatt Vereinigung (2002), Heft 40, S.10 – 11

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