Hugo Höppener (Fidus)

Hugo Höppener (Fidus)

di Harm Wulf

Hugo Höppener, detto Fidus, Lichtgebet, 1894, Olio su lino, 150 x 100 cm (Berlin, Deutsches Historisches Museum http://www.dhm.de/ausstellungen/wahlverwandtschaft/15akatalog.htm )

Hugo Höppener, detto Fidus, Lichtgebet, 1894, Olio su lino, 150 x 100 cm (Berlin, Deutsches Historisches Museum http://www.dhm.de/ausstellungen/wahlverwandtschaft/15akatalog.htm )

Hugo Höppener, detto Fidus, Spatenwactht, 1930 Fidus (Hugo Höppener 1868-1968), un artista fra esoterismo e politica Accademia teologica di Coira/Svizzera

Hugo Höppener, detto Fidus, Spatenwactht, 1930
Fidus (Hugo Höppener 1868-1968), un artista fra esoterismo e politica
Accademia teologica di Coira/Svizzera

 

1. Fidus artista völkisch
Nella sua ricerca sulle origini culturali del Terzo Reich lo storico George L. Mosse dedica alcune interessanti pagine a un artista tedesco, Hugo Höppener, più noto sotto lo pseudonimo di Fidus: “La sua arte era notevolmente personale e inimitabile, tuttavia assai vasta fu la sua influenza: a partire dagli inizi del nuovo secolo, punte o poche furono le pubblicazioni nazional-patriottiche che non pubblicassero, prima o poi, riproduzioni delle sue opere. Ma Fidus era popolare soprattutto tra i giovani, suoi grandi ammiratori, che riempivano i propri giornali con riproduzioni dei suoi quadri. In Fidus si combinava l’amore per il Völk e la natura, e l’interesse per l’occultismo nella sua accezione teosofica” (1). Per alcuni decenni Fidus partecipa attivamente alla vita culturale e politica di ambienti nazional-patriottici, si iscrive nel 1932 al NSDAP, ma la sua speranza, dopo la presa del potere da parte di Adolf Hitler (1889-1945) nel 1933, di ottenere riconoscimenti e incarichi ufficiali non si avvera anche se sue singole opere vengono apprezzate da alti esponenti nazionalsocialisti, e il suo stile influenza i canoni estetici dell’arte ufficiale: “i nazisti, pur rifiutando l’estetica spiritica di Fidus, ne adottarono entusiasticamente i prototipi ariani” (2). Solamente nel 1943, in occasione del suo 75° compleanno, Fidus ottiene da Hitler il titolo di Professore honoris causa e un vitalizio. Ma ormai la guerra non consente all’artista di sfruttare questo riconoscimento, al contrario, due anni dopo esegue riproduzioni di Lenin (1870-1924) e di Stalin (1879-1953) per le truppe di occupazione sovietiche. Alcuni cenni biografici e una scelta di riproduzioni delle sue opere possono fornire elementi per comprendere meglio la figura dell’artista e la complessità del clima culturale di quel periodo (3).

2. L’incontro con Diefenbach
Hugo Höppener nasce a Lubecca l’8.10.1868, già da bambino manifesta talento artistico che viene incoraggiato dai genitori. Nel 1887 si trasferisce a Monaco di Baviera con l’intenzione di frequentare la locale Accademia, ma già dopo pochi mesi si aggrega a Karl Wilhelm Diefenbach (1851-1913) pittore, socialista e apostolo della natura che in quel periodo vive con la famiglia e con saltuari discepoli in una cava di pietra abbandonata. In questa comune, che anticipa di alcuni anni quella più famosa del Monte Verità vicino ad Ascona nel Canton Ticino (4), Diefenbach pratica il nudismo e conduce una vita basata sul vegetarismo e sull’astinenza dall’alcool e dal tabacco; egli predica pure l’abolizione della proprietà privata e una religiosità fondata sul culto del sole. Successivamente Diefenbach entra a far parte anche di un ordine ariosofico, l’Ordo Novi Templi di Jörg Lanz von Liebenfels (1874-1954) (5). Il giovane Höppener viene influenzato profondamente dalle teorie di Diefenbach, ne diventa il discepolo più fedele, meritando il soprannome di Fidus, che userà come pseudonimo per tutta la vita, anche dopo la separazione da Diefenbach. In questa fase l’opera di Fidus è dedicata ai temi della natura, del nudismo, di un contatto spontaneo con l’ambiente: egli disegna soprattutto bambini e adolescenti, esseri innocenti che si muovono in una natura quasi incantata, paradisiaca, che abbracciano bestie selvatiche o che, come personaggi di fiabe o della mitologia, danzano su una foglia. Questi elementi hanno fatto di Fidus un esponente dello Jugendstil più apprezzato dal pubblico che non dai critici. Fra gli ammiratori di Fidus si trova, ad esempio, anche Hermann Hesse (1877-1962), che gli scrive una lettera di riconoscenza entusiastica: “Non so descrivere ciò che io trovo in dolcezza, profumo e tenerezza nelle Sue opere”, e conclude “Io non sono abituato né a scrivere lettere né a cercare nuove conoscenze. Ma, caro Fidus, io sentivo il bisogno di ringraziarla, come io ringrazierei il grande Chopin, se fosse ancora in vita” (6).

3. Hübbe-Schleiden e i primi contatti con la Società Teosofica
Nel 1889 Fidus si separa da Diefenbach e frequenta l’Accademia di Monaco di Baviera. In questo periodo tramite la madre che coltiva interessi per la teosofia, Fidus incontra uno dei personaggi più importanti della Società Teosofica tedesca Wilhelm Hübbe-Schleiden (1846-1916) e si entusiasma per le opere di Annie Besant (1847-1933) e Charles Webster Leadbeater (1847-1934). Quando Hübbe-Schleiden si trasferisce a Berlino per fondare una rivista dedicata alle scienze dello spirito, Sphinx, Sfinge, che col tempo assumerà una linea sempre più teosofica, e per aggregare un nucleo di persone interessate, Fidus lo segue e i suoi disegni impreziosiscono alcune annate della rivista. Il contatto con la teosofia si ripercuote sul pensiero e sull’opera dell’artista, che non solo incomincia a utilizzare motivi esoterici e orientaleggianti, come il fiore di loto, la sfinge, la svastica, Lucifero come stella del mattino, il serpente che si morde la coda, ma trasforma pure il modo di rappresentare il rapporto dell’uomo con la natura: bambini innocenti, gioiosi e spensierati lasciano spesso il posto ad adulti dal volto serio, con uno sguardo fisso, con una espressione distaccata, a volte più spiritata che estatica, in un rapporto con la natura problematico e a volte inquietante

4. Dai movimenti alternativi al razzismo
Fidus appartiene a buon diritto al cosiddetto movimento di riforma di vita (Lebensreformbewegung) che identifica le cause dei mali individuali e sociali in una condotta di vita innaturale, e critica le condizioni della vita urbana in tutte le sue forme, dall’abbigliamento all’alimentazione, e propone quindi una riforma completa della vita (7). Fidus non si limita ad auspicare il ritorno alla natura e una sana condotta di vita, ma il suo atteggiamento naturistico si iscrive in una visione del mondo che non è solo critica nei confronti degli aspetti negativi del progresso e della modernizzazione o di concezioni piccolo-borghesi, ma anche nei confronti della civiltà occidentale in genere, rea, a suo avviso, di aver snaturato l’anima germanica; tale naturismo assume addirittura i caratteri di una nuova forma di religiosità. Questi differenti livelli possono essere rappresentati, per esempio, da un soggetto che Fidus ha elaborato numerose volte nel corso degli anni, Lichtgebet, la preghiera della luce, che mostra un giovane dai capelli biondi, nudo su una roccia, proteso verso l’alto con le braccia elevate e aperte, quasi a formare una runa vivente, rivolto verso una luce percepibile solo per i giochi d’ombra, sullo sfondo di un cielo nuvoloso. Se tale immagine poteva esprimere i sentimenti di molti, soprattutto giovani, alla ricerca di un contatto diretto e immediato con la natura, essa viene utilizzata da Fidus come elemento centrale in diversi progetti di templi, in cui occupa il posto che nelle chiese cristiane è normalmente riservato al Crocefisso. L’attenzione di Fidus è rivolta soprattutto all’uomo germanico: il ritorno alla natura proposto è un ritorno quasi totale allo stile di vita degli antichi Germani, con l’immersione dell’uomo nella natura, e con poche concessioni al progresso e ai suoi prodotti. Per alcuni decenni Fidus presta il massimo interesse e collabora a numerosi movimenti culturali, e anche politici, che corrispondono ai suoi ideali. Sue sono, per esempio, le illustrazioni della prima edizione della Germanen-Bibel, La Bibbia dei Germani, di Wilhelm Schwaner (1863-1944) cofondatore insieme a Ludwig Fahrenkrog (1867-1952) della Deutsch-religiöse Glaubengemeinschaft, la Comunità di fede germanica (8), e per Schwaner disegna pure un Ex-Libris.

5. Tra Società Teosofica e Antroposofia

Fidus intrattiene stretti contatti con ambienti teosofici e vive in prima persona le crescenti tensioni fra Hübbe-Schleiden e Rudolf Steiner (1861-1925), allora segretario generale della Sezione tedesca della Società Teosofica, dal 1907 presieduta, nella sede centrale ad Adyar in India, da Annie Besant. Mentre Steiner è sempre più critico nei confronti delle teorie ufficiali annunciate dalla Besant, soprattutto per quanto riguarda la Cristologia e il ruolo attribuito al giovane Jiddu Krishnamurti (1895-1986), Hübbe-Schleiden cerca di costituire un gruppo fedele alla centrale di Adyar integrato nell’Ordine della Stella d’Oriente. L’8 dicembre 1912 il direttivo della Sezione tedesca, controllato da Steiner, dichiara l’espulsione dalla propria sezione di tutti i membri dell’Ordine della Stella d’Oriente e nel gennaio 1913 viene respinta la richiesta di Hübbe-Schleiden di partecipare all’XI Assemblea generale della Sezione tedesca della Theosophical Society Adyar prevista per il 2 febbraio a Berlino. Aprendo i lavori dell’Assemblea generale, alla quale Fidus è uno dei pochi membri critici nei confronti di Steiner ad essere ammesso, Steiner comunica lo scioglimento dell’attuale direzione della Sezione tedesca da parte della Besant e annuncia quindi l’intenzione di trasformare il proprio gruppo in un’organizzazione autonoma. Fidus partecipa alla discussione e cerca di mostrare comprensione per la posizione di Steiner, sottolinea addirittura i vantaggi di una scissione che consentirebbe al gruppo di “rafforzare lo spirito tedesco” e di “diventare autonomo e di non dover aspettare tutta la luce e tutte le direttive dall’Oriente” (9). Steiner prende immediatamente le distanze da queste affermazioni e precisa che “gli antroposofi non hanno niente a che fare con aspirazioni nazionaliste, o pangermaniche o addirittura razziste” (10). Neanche i teosofi sono felici per le dichiarazioni di Fidus, che, pur fedele alla linea di Adyar, sembra critico nei confronti dell’importanza data a teorie orientali. Effettivamente Fidus resta vicino all’antroposofia. Il rito funebre della figlia Drude, deceduta nel 1918, viene officiato dal pastore Friedrich Rittelmeyer (1872-1938) che ha avuto un ruolo determinante nella costituzione della Christengemeinschaft, una Chiesa cristiana di ispirazione antroposofica che interpreta la Sacra scrittura alla luce delle dottrine di Steiner. Anche dopo le esequie di Fidus stesso un pastore della Christengemeinschaft ha celebrato un rito nella sua casa.

6. Profeta dei giovani
Il miscuglio di rivolta antiborghese, di naturalezza, di rapporti spontanei tra i sessi tipico delle opere di Fidus fa presa in ambienti giovanili critici nei confronti della società, tanto nazionalisti quanto socialisti. Al proposito si deve tener conto del fatto che organizzazioni giovanili nazional-patriottiche non si identificavano nello Stato centralizzato di marca prussiana e non si entusiasmavano per le celebrazioni ufficiali di Stato, ma ricercavano le proprie radici in un passato più remoto, nel mondo germanico, e preferivano manifestare il proprio patriottismo, per esempio, celebrando il solstizio d’estate su una montagna, attorno a un falò in mezzo alla natura, con discorsi inneggianti alle origini germaniche; ambienti socialisti, da parte loro, non erano immuni dal fascino di una tradizione germanica anteriore a ogni forma capitalistica e borghese. Nel 1913 in occasione di uno storico raduno sul monte Hoher Meissner del movimento giovanile Wandervögel (uccelli migratori) (11) e di altre organizzazioni giovanili nazional-patriottiche, Fidus non solo è tra le trenta personalità che vengono invitate ad appoggiare pubblicamente l’iniziativa, ma viene incaricato di disegnare l’emblema del raduno. Per questa occasione l’artista propone una nuova versione del già citato Lichtgebet, la preghiera della luce, ma nel 1915 disegni di Fidus vengono utilizzati per illustrare i primi numeri dell’edizione tedesca di Jugend-Internationale, cioè della Internazionale giovanile. Organo di battaglia e di propaganda della federazione internazionale delle organizzazioni giovanili socialiste.

7. Il periodo nazionalsocialista
Durante e dopo la I Guerra mondiale Fidus sviluppa ulteriormente i temi germanici, soprattutto Germania e guerrieri. Nel 1933 Fidus celebra in un disegno l’ascesa al potere del nazionalsocialismo come la liberazione dell’uomo tedesco dalle catene che lo avevano tenuto prigioniero, accolto e aiutato da esseri superiori che contrastano uomini “inferiori”. In generale lo stile di Fidus non incontra consensi nel regime: nella discussione sulla cosiddetta arte degenerata le sue opere “germaniche” vengono sottoposte a una critica annientatrice. “Nonostante il suo sincero impegno per ogni riforma di vita, per la salute del popolo, per lo sviluppo della razza e per altre vie di redenzione ariane e germaniche, purtroppo Fidus è vittima delle influenze occultistiche alle quali è stato soggetto negli anni giovanili. […] Una figura veramente sana, anche se dal punto di vista razziale non è germanica pura, serve al nostro scopo molto meglio di figure totalmente germaniche ma quasi morte di fame, isteriche o occultistiche del Maestro Fidus e di simili eccentrici di tipo völkisch” (12). Ciò non impedisce che alcune opere vengano apprezzate anche in alto loco. Da una lettera di Martin Bormann a Fidus sappiamo ad esempio che Hitler aveva comperato l’originale Pax vobiscum, un’opera che rappresenta in modo irriverente il Pontefice. Bormann stesso aveva acquistato diverse opere, e una edizione di Lichtgebet adornava la sua abitazione di servizio a Monaco di Baviera (13). Nonostante il titolo di Professore h.c. ricevuto nel 1943, l’attività dell’artista si riduce negli ultimi di guerra, in parte per l’età, in parte per la difficoltà di disporre di collaboratori. Fidus muore il 23 marzo 1948.

8. Conclusione
L’opera di Fidus, espressione di un’esperienza culturale multiforme in un periodo cruciale della storia della Germania, aiuta a comprendere non solo l’arte dell’epoca, ma anche il clima che ha favorito la nascita di movimenti esoterici, ariosofici e religiosi di fede tedesca.

Note

1) Georg L. Mosse, Le origini culturali del Terzo Reich, trad. it., EST, Milano 1997, p.123. Nella versione italiana tanto il nome quanto il cognome dell’artista sono indicati in modo errato e cioé Karl Höppner, invece di Hugo Höppener.
2) Id., p.l26.
3) Fra le non numerose opere su Fidus si possono segnalare le seguenti monografie:
– Janos Frecot, Johann Friedrich Geist e Diethart Kerbs, Fidus 1868-1948. Zur ästhetischen Praxis bürgerlicher Fluchtbewegungen, [Fidus 1868-1948. A proposito della prassi estetica di movimenti alternativi borghesi:]. Rogner & Bernhard, Monaco di Baviera 1972, p.209;
– Claudia Bibo, Naturalismus als Weltanschauung? Biologistische, theosophische und deutsch_vökische Bildlichkeit in der von Fidus illustrierten Lyrik (1893-1902). Mit einem Anhang: Organisation der Deutschgläubigen Bewegung [Naturalismo come visione del mondo? Iconografia biologistica, teosofica e völkisch-tedesca nella lirica illustrata da Fidus (1893-1902). Con un’appendice: Organizzazione del movimento di fede tedesca]. Lang, Francoforte sul M. ecc., 1995;
– Wolfgang de Bruyn, Fidus. Künstler alles Lichtbaren [Fidus. Artista di ogni luminosità]. Schelzky & Jeep, Berlin 1998;
e il capitolo Meister Fidus. Vom Jugendstil-Hippie zun Germanenschärmer [Maestro Fidus. Da Hippie dello Jugendstil a entusiasta dei Germani] in Jost Hermand, Der Schein des schönen Lebens. Studien zur Jahrhundertwende [Bella vita in apparenza. Studi sul fine-secolo]. Athenäum, Francoforte sul Meno 1972 pp. 55-127.
4) Cfr. Massimo Introvigne, Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo. SugarCo, Milano 1990, pp. 270-271.
5) Cfr. Rudolf J. Mund, Jörg Lanz von Liebenfels und der Neue Templer Orden. Die Esoterik des Christentums [Jörg Lanz v. Liebenfels e il Nuovo Ordine del Tempio. L’esoterismo del Cristianesimo]. Spieth, Stoccarda 1976, p.65.
6) Lettera di Hermann Hesse a Fidus del 18.9.1897, in W.de Bruyn, op. cit., p. 130.
7) Per una visione d’insieme cfr. Karl E. Rothschuh, Naturheilbewegung, Reformbewegung, Altetnativbewegung [Movimento per le terapie naturali, movimento di riforma, movimento alternativo]. Wissenschaftliche Buchgesellschaft Darmstadt, ed. speciale per i membri dell’associazione s.d. Originale: Hippokrates, Stoccarda 1983.
8) Cfr. Armin Mohler, Die konservative Revolution in Deutschland 1918-1932. Ein Handbuch [La rivoluzione conservatrice in Germania 1918-1932. Un manuale]. 4. ed. Wissenschaftliche Buchgesellschaft Darmstadt 1994, pp. 340-341.
9) Hugo Höppener: Die XI. Generalversammlung der Deutschen Sektion der Theosophical Society Adyar in Berlin am 2. Februar 1913, in Norbert Klatt, Theosophie und Anthroposophie. Neue Aspekte zu ihrer Geschichte aus dem Nachlass von Wilhelm Hübbe-Schleiden (1846-1916) mit einer Auswahl von 81 Briefen [Teosofia e Antroposofia. Nuovi aspetti della loro storia tratti dal fondo di Wilhem Hübbe-Schleiden (1846-1916) con una scelta di 81 lettere]. Klatt Verlag, Göttingen 1993, pp. 243-250 (247-248).
10) Ibid., p. 248.
11) Sui Wandervögel cfr. il capitolo, Il movimento giovanile, in G. L. Mosse. cit., pp. 253-281.
12) Giudizio di Wolfgang Willrich, in W.de Bruyn, cit., p. 90.
13) Lettera di Martin Bormann a Fidus del 7.3.1944, in J. Frecot e altri, cit., p.209.

Bibliografia e fonti di ricerca:

J. Frecot – J. F. Geist – D. Kerbs Fidus 1868-1948. Zur ästhetischen Praxis bürgerlicher FluchtbewegungenVerlag Rogner & Bernhard, München, 1972 (testo fondamentale reperibile solo attraverso

antiquari contiene vasta iconografia del pittore.

W. de Bruyn Fidu – Künstler alles Lichtbaren Verlag Schelzky & Jeep, Berlin

Ute Wermer Das Fidus-Haus in Schönblick, Woltersdorf Verlag Kleist-Gedenk-und Forschungsstätte Frankfurt an der Oder, 1992 (guida alla casa atelier dell’artista sita in Köpenickerstr. 46, Woltersdorf –

Berlin prendere S- Banhof e scendere a Banhof Wilhelmshagen, nei pressi sitrova anche la tomba dell’artista presso il cimitero Woltersdorfer Friedhof)

Archiv der deutschen Jugendbewegung, Burg Ludwigstein, D 27214 Witzenhausen (Archivio del movimento giovanile. In italiano vedi il fondamentale testo di Nicola Cospito I Wandervögel. La gioventù tedesca da Guglielmo II a Bismark, Ed. La Biga Alata, Roma, 1999 richiedere nicola.cospito@libero.it )

Galleria biografica:

Galleria delle opere:

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