Dragos Kalajic (Drago)

Drago (Dragos Kalajic)

drafoto2Video in memoria dell’artista scomparso http://www.youtube.com/watch?v=MK2FfirxbVM

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Da http://www.centrostudilaruna.it/arteavanguardia.html

http://www.uomo-libero.com/index.php?url=%2Farticolo.php%3Fid%3D374&hash=

L’arte e l’avanguardia di Francesco Boco …Alcuni esempi attuali di arte d’avanguardia li troviamo in Dragos Kalajic, Daniel Casarin e in Mario Romano Ricci, tutti protesi verso un’arte poetica, mitica ed eroica ad un tempo. Panorama dedicò a suo tempo un articolo in occasione della mostra dei quadri del pittore e geopolitico serbo tenutasi nel 2004 presso la Galleria di Egidio Eleuteri. Vale la pena citarne la parte finale: «Le immagini a colori smaltati (bianco, azzurro, oro, cinabro) di una visione d’alta quota distillano così una scintillante cosmogonia posta a metà tra il fumetto di fantascienza (Flash Gordon) e le aeropitture futuriste di Fillia e Tullio Crali, dove lanciatori di giavellotto, aquile e Dioscuri di pietra, prismi e comete vaganti simboleggiano identità mitiche unificanti il mondo spirituale europeo da Est a Ovest secondo una linea di continuità che associa Mosca a Roma fino alle estreme frontiere dell’Atlantico. Questo accurato panorama di «icone», variamente illustrato per simboli e allegorie animali, umane e monumentali, ci conduce quasi per mano a fare «quattro passi tra gli eroi» e dà forma alla leggenda iperborea che indica nel gelido vento del Nord Europa l’elemento ordinatore («maschile») della civiltà, in dialettica permanente con l’elemento caotico («femminile») di origine sudorientale. Tra croci celtiche e incontri figurati di Terra (donna) e Cielo (uomo), Dragos Kalajic espone con efficacia visiva il cuore di una esperienza «archeo-futurista» di una iperEuropa che partendo dalle immagini del mondo classico romano viaggia a ritroso nel tempo e riattualizza antichi culti solari con l’idea della mitica Thule, patria leggendaria dei popoli europei. E così la migliore vocazione del pittore «metapolitico», sovrapponendosi con la fantasia delle immagini «inattuali» alle prosaiche intenzioni dello scrittore «geopolitico», riassume il senso di tutta una ricerca» (6). (6) D. Trombadori, Quattro passi fra gli eroi, Panorama del 17/6/2004.

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http://www.insegnadelveltro.it/catalogo/quaderni/kalajic_serbia_trincea.htm

Dragos Kalajic, Serbia, trincea d’Europa, pp. 102, 9,26 euro Dopo mesi di martellante propaganda anglo-americana (…) cade più che acconcio questo libretto, pubblicato sotto forma di intervista, con il quale Dragos Kalajic, ben noto studioso jugoslavo ed amico dell’Italia, tenta di dare una spiegazione, naturalmente dal punto di vista serbo, non soltanto degli avvenimenti che si sono dipanati in tempi recenti, ma anche delle premesse di ordine storico (…) Ma la parte più significativa e, diremmo, importante del volumetto è il punto nel quale Kalajic sollecita la costituzione di una Europa forte e libera, cui aspirerebbero, al momento, la “vera sinistra” e la “vera destra” europee. È questa un’analisi forse non troppo convincente, che però ha il pregio di porre sul tappeto, comunque, il problema della collocazione del Vecchio Continente fuori dall’orbita e dalla dominazione anglosassone. L’opera dello studioso e patriota serbo, pur nella sua brevità, non è facile a sintetizzarsi, per cui ne consigliamo vivamente la lettura a quanti volessero ampliare il proprio panorama culturale e storico sui Balcani. Segnaliamo anche la vasta, approfondita, interessantissima prefazione di Claudio Mutti, i cui argomenti e le cui conclusioni condividiamo appieno. (“Rinascita”, 23 giugno 1999 ) Richiedere a: insegnadelveltro1@tin.it

http://www.insegnadelveltro.it/

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http://www.uomo-libero.com/index.php?url=%2Farticolo.php%3Fid%3D374&hash=

ECCENTRICI: DRAGOS KALAJIC, IDEOLOGO E ARTISTA Quattro passi fra gli eroi Considera i serbi gli «ultimi europei», salvatori mitici del continente cristiano. E dà forma alle proprie visioni spirituali in quadri traboccanti di simbologie.

Di Duccio Trombadori 17/6/2004

http://archivio.panorama.it/home/articolo/idA020001025229

drafoto1Dragos Kalajic è oggi un signore serbo sessantenne dagli occhi azzurri col fisico asciutto e un marcato accento che lo fa assomigliare a un allenatore di calcio d’origine slava, tipo Zeman o Boskov. Invece è un eccentrico intellettuale di destra, autore di romanzi e saggi di geopolitica che esaltano i serbi come «ultimi europei» e che soprattutto dipinge quadri a sfondo esoterico fin da quando, appena ventenne, giunse a Roma per diplomarsi all’Accademia di belle arti. Il grande pubblico televisivo lo ha notato quando, con voce stentorea, difendeva le ragioni del suo paese mentre infuriava la guerra del Kosovo e così molti lo presero per un «uomo di Milosevic», punto e basta, senza misurare meglio le motivazioni di quell’ostinato e visionario ultranazionalismo. L’esperto di geopolitica che bucò il video davanti a un indispettito Gad Lerner era ed è qualcosa di più di un emissario politico. Da anni lo scrittore e il pittore-ideologo Dragos Kalajic osserva le cose del mondo con l’occhio inusitato della cosiddetta «destra inattuale», cibandosi delle profezie superomiste di Friedrich Nietzsche e del tradizionalismo iniziatico di René Guenon e Julius Evola (da lui tradotti in lingua serba) col miraggio di aggiornare in politica l’antica idea ortodossa della missione salvifica dei popoli slavi in difesa dell’Europa. La pregiudiziale antimusulmana, così viva e comprensibile nella frontiera serba, ha però notoriamente una sua ragion d’essere anche a Mosca (vedi Cecenia e Afghanistan), così in qualche modo il sogno ideologico paneuropeo di Kalajic ha avuto una eco anche là dove è sempreverde il mito panslavo della Terza Roma. Tanto più che Dragos ha fatto del «centro spirituale di Roma», dove oggi perlopiù egli vive e lavora, un vero e proprio culto a immagine e somiglianza dei suoi pensieri, di cui sono eloquenti testimoni visivi proprio le pitture che ha appena esposto nella Galleria di Egidio Eleuteri in via della Fontanella di Borghese (fino al 15 luglio). Le immagini a colori smaltati (bianco, azzurro, oro, cinabro) di una visione d’alta quota distillano così una scintillante cosmogonia posta a metà tra il fumetto di fantascienza (Flash Gordon) e le aeropitture futuriste di Fillia e Tullio Crali, dove lanciatori di giavellotto, aquile e Dioscuri di pietra, prismi e comete vaganti simboleggiano identità mitiche unificanti il mondo spirituale europeo da Est a Ovest secondo una linea di continuità che associa Mosca a Roma fino alle estreme frontiere dell’Atlantico. Questo accurato panorama di «icone», variamente illustrato per simboli e allegorie animali, umane e monumentali, ci conduce quasi per mano a fare «quattro passi tra gli eroi» e dà forma alla leggenda iperborea che indica nel gelido vento del Nord Europa l’elemento ordinatore («maschile») della civiltà, in dialettica permanente con l’elemento caotico («femminile») di origine sudorientale. Tra croci celtiche e incontri figurati di Terra (donna) e Cielo (uomo), Dragos Kalajic espone con efficacia visiva il cuore di una esperienza «archeo-futurista» di una iperEuropa che partendo dalle immagini del mondo classico romano viaggia a ritroso nel tempo e riattualizza antichi culti solari con l’idea della mitica Thule, patria leggendaria dei popoli europei. E così la migliore vocazione del pittore «metapolitico», sovrapponendosi con la fantasia delle immagini «inattuali» alle prosaiche intenzioni dello scrittore «geopolitico», riassume il senso di tutta una ricerca.

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Dragos Kalajic’s Hyperborean realism Dragos Kalajic (1943–2005, Belgrade) graduated art at the Roman Accademia di Belle Arti in 1965 with highest appraisal (30 cum laude). Lived and worked in Rome and native Belgrade. Was a member of the Serbian literate Association, Association of figurative artists of Serbia and a member of the Russian literate society. His activity was expressed in a succession of domains from literature, art creativity up to art history and publishing. Subsequent to more than fifteen years, Dragos Kalajic?s pictures (1943 – 2005, Belgrade) one of the most significant artists and visionaries in Serbian and European culture of the last quarter of the XX century – will be accessible to the Belgrade public from June 22nd till July 20th 2007 in the “Progress” Gallery (Knez Mihailova 27). Opening of the exhibition is on Friday June 22nd at 8 pm. It will be opened by Olja Ivanjicki, professor Djordje Kadijevic and Momo Kapor will narrate on Kalajic?s work. Exhibition title – “Hyperborean realism” – refers to the last, mature stage of the artistic opus of this exceptional artist. On account of “archaic-futuristic” (Duccio Trombadori), “picture post cards of our inner empire” (Dragos Kalajic), or concerning pictures whose “epic tension” (Enrico Crispolti) of the Arian myth represent their author “a protagonist of new heroic art, new pursuance towards the Centre, Worthiness, new route to the mythical Gral” (Miodrag B. Protic). Our utmost gratefulness for this important culture event is extended to the organization Soul workshop, Momcilo Todorovic and the artistic counsel of the Progress Gallery. Rebellion in pursuance to the declared anti-aesthetics of the late modernistic avant garde inspired in Dragos Kalajic an affinity towards creative utopism, impersonated in the ecstatic visionary in whose epiphanies originate contours of an alternative world where aesthetic idealism differentiates from the “real” picture of conventional reality. Kalajic becomes an artist of inner reality, impregnated with heroic elk, arrogate belief in impossible, demonstrates man as a authentic free soul. Only art preludes possibilities for “occurrence” of freedom. It deprives us of unworthy obligation to the reputedly primary realism of trivial actuality. (Prof. Djordje Kadijevic) And so, in times of moral anarchy, hegemony of evil, eagle dioptre from Kalajic?s pictures offer a view to a future imaginary paradise, where he desired his place, appeasement and doubt afore the problems that time brought, in search for truth, essence and supreme mystery. (Olja Ivanjicki) Dragos, therefore presented himself as a futurist of a primordial world and archaic or as a “archae-futurist”, striving to vivify a dream and myth into a perception of pure and simple reality. His paintings a good deal depend on the “view of watching” (style no wonder is nothing else) inherited from Djordjo de Kirk. In terms of this fascinating devotion to enigma and metaphysics charade, sights portrayed by Dragos are explicitly offered to our scrutiny, suggesting before all, mysteriously esoteric experience. That produces an effect of a discomposed miracle, as if confronted with an already shared experience seeking for a personal transformation bringing us to the point that we are not the same as we were. (Duccio Trombadori)- Essay on the paintings of Dragos Kalajic anent the final exhibition of the artist during his lifetime, gallery “Eleuteri”, Rome 2004.

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Le immagini presenti nel sito, la presentazione e le informazioni bibliografiche sono tratte dal catalogo Drago. Nuovi dipinti, Edizioni Millenium, Roma, 2004 uscito in occasione della mostra “Drago. Le nuove cartoline del nostro impero interiore” tenutasi a Roma dal 17 giugno al 3 luglio 2004 nella Galleria d’arte Eleuteri col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio e della Presidenza del Consiglio Comunale di Roma Galleria d’arte Eleuteri, Via Fontanella Borghese 62, 00186 Roma Tel. 06 68801757 Indirizzo di posta elettronica: eleuteri@1stmuse.com http://www1stmuse.com/eleuteri/

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Articoli:

Il nuovo corso: la pittura europea

Quattro passi tra gli eroi

Trincea

Biografia

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