Emil Beithan

Emil Beithan, Maler Schwälmer Brauchtums

di Harm Wulf

Emil Beithan nacque a Homburg vor der Höhe il 27 maggio 1878. A causa della morte dei genitori 1890, si trasferì col fratello Christian e la sorella Sophie a Bockenheim, nei sobborghi di Francoforte dove frequentò l’istituto artistico cittadino tra il 1893 ed il 1901. Nel 1896 il suo insegnante e primo maestro artistico, Wilheln Trübner (1), lo nota per un ritratto che era anche uno dei suoi primi lavori artistici. Nel 1905 al termine dei suoi studi conosce e sposa una studentessa dell’istituto artistico, la pittrice Matilde Abel. Nel 1905 Emil e Matilde si recano per la prima volta nello Schwalm, distretto contadino dell’Assia e, come molti studenti d’arte di Francoforte, nella cittadina di Willingshausen in cui si erano installati numerosi pittori. Anche un altro insegnante di Emil Beithan, Heinrich Hasselhorst (2), soggiornava regolarmente nelllo Schwalm ed è probabile che Emil abbia seguito le indicazioni del suo docente. Beithan inizia a frequentare quella che era considerata una filiale della colonia artistica di Röllshausen. A Willingshausen o a Schrecksbach nello Schwalm-Eder-Kreis l’artista inizia a trascorrere con regolarità i mesi estivi. La giovane coppia decide di costruire una casa nel piccolo villaggio di Buchschlag, sua residenza ideale e stabile, l’eremo del ritorno alla terra. Il 30 settembre 1906 nasce la figlia Ingeborg-Charlotte. Alla fine di ottobre dello stesso anno la casa di campagna di Buchschlag in Kohlseeweg 15, progetto dell’architetto Carl Friedrich Wilhelm Leonhardt (4), è terminata. Buchschlagè situato tra Francoforte sul Meno e Darmstadt nella regione dello Hessen. L’Assia, forse per la sua particolare e centrale posizione geografica, era la regione tedesca che aveva mantenuto pressoché intatte le antiche tradizioni popolari contadine. Non a caso l’opera filologica di Jacob e Wilhelm Karl Grimm (3) attinse da questa terra buona parte delle raccolte di fiabe popolari. I fratelli Grimm erano nati a Hanau nell’Assia e dalla loro Heimat, su rigorosa base filologica, trassero quei Kinder und Hausmärchen del 1812 che li resero celebri. Oltre che nelle fiabe popolari, la terra d’Assia aveva conservato gelosamente le proprie tradizioni contadine anche nei costumi popolari che colpivano l’immaginazione di artisti e viaggiatori per i loro colori vivacissimi e l’originalità dei disegni e delle decorazioni. Quello che a noi sembra un semplice nome per una fiaba per bambini Cappuccetto rosso in realtà, per la gente dell’Assia, è sempre stato parte integrante del costume tradizionale delle ragazze: il famoso Rotkäppchen, che Emil Beithan rappresenterà in centinaia di dipinti e popolarissime cartoline. Le decorazioni delle vesti femminili erano arricchite con il famoso ricamo d’Assia, una straordinaria tecnica originaria del distretto dello Schwalm a nord di Francoforte. In Germania è indicato come Hessenstickerei ma anche come Schwälmer weißstickerei, ricamo bianco dello Schwalm: si tratta di un’antichissima e raffinata tecnica utilizzata per la decorazione degli abiti regionali contadini. Il paesaggio con le verdi vallate, la natura incontaminata, i costumi, la fiera e schietta popolazione contadina affascinarono molti artisti che cercavano un posto fuori dalle città sempre più anonime, caotiche ed affollate. Dalla sua fondazione 190 anni fa il villaggio di Willingshausen divenne famoso per la presenza di una numerosa Künstlerkolonie, colonia di artisti che scelsero di risiedervi (5). Nel corso del tempo oltre trecento artisti vissero nel villaggio dello Schwalm, tra loro anche Emil Beithan. Anche il vicino villaggio di Dreieich-Buchschlag fu centro di residenza di numerosi artisti.Qui nacquero i primi dipinti dedicati alla gente del distretto contadino Bildnis des Gastwirts Pfalzgraf, Vorbereitung zum Kirchgang, Zwei Schwälmer, Schwälmer Mädchen. Negli anni successivi, con la moglie e la figlioletta, Emil Beithan si recava spesso nel villaggio di Schrecksbach. Nacquero lì molti dei dipinti dedicati alla Schwälmer Volksleben: Großvater und Enkelkind (nel Museo di Elberfelder), Spinnstube, Bauern beim Kegelspiel, Politisierende Bauern, Großmutter erzählt spesso venduti a privati di Francoforte. Più tardi Bäuerin, Braut und Bursche, Abendmahlzeit, e la prime versioni del celebre Schwälmer Tanz, e Schwälmer Paar che si trova nel Museum der Schwalm a Schwalmstadt-Ziegenhain. Negli anni successivi l’artista lavorò nel suo atelier diBuchschlag dove eseguì ritratti, nature morte, paesaggi e le opere Damen in Biedermeierkleid, Rokoko, Vor dem Spiegel, Damen in Grün. Lo stile è estremamente realista, molto lontano dalle correnti artistiche moderne. D’altro canto Emil Beithan preferiva la compagnia della gente semplice della campagna piuttosto che quella dei suoi colleghi pittori che popolavano i dintorni. Nel primo dopoguerra inizia per l’artista un periodo di grandi difficoltà economiche: pochi possono permettersi di acquistare opere d’arte. La penuria e la povertà sono talmente forti che, per mancanza di colori ad olio, passa agli acquarelli ed ai disegni su fogli colorati. L’artista parte in quegli anni per molti viaggi di studio in Baviera, nel Württemberg, lo Schwarzwald ed in Alsazia. Dal 1925 al 1930 sopravvive dipingendo e vendendo nature morte e ritratti ma anche i dipinti dedicati allo Schwalm tra cui Bauer mit Kuh, Der Blinde und der Lahme, Zweite Schwälmer Tanz, Im Feststaat e Schwälmer Braut. Malgrado i viaggi fu sempre attratto da quelle vallate in cui la gente semplice e contadina viveva secondo gli usi e i costumi degli antenati. Nell’autunno del 1933 esegue Gang zu Arbeit e si sposta a Oberhausen, nel Palatinato, per dipingere la casa natale del Reichsstatthalter Jakob Sprenger (6). Dal punto di vista stilistico l’opera di Beithan fu assolutamente impermeabile alle mode del tempo. Nella rappresentazione del mondo contadino e nella personalissima tecnica esecutiva non concesse nulla alle varie correnti pittoriche della modernità. Con sempre maggior perizia ritrasse il mondo che lo incantava e che, più o meno consciamente, sapeva essere destinato alla scomparsa. La sua opera è proprio testimonianza unica ed originalissima di una realtà che oggi possiamo solo immaginare: urbanesimo, industrializzazione, guerre, omologazione hanno distrutto definitivamente l’umanità dei villaggi contadini dello Schwalm che affascinavano l’artista. L’importanza della sua pittura è anche quella di un documento storico della reale vita di un popolo radicato alla sua terra. La sua pittura è considerata sospetta per la vicinanza alle tematiche Blut und Boden care al regime sconfitto. Un dipinto in particolare Hitler bei den Schwälmern del 1936, oggi negli USA, lo rende passibile di ritorsioni. Nell’opera è rappresentato Adolf Hitler con un impermeabile bianco che riceve dalle mani di una bambina un mazzo di fiori. A sinistra la comunità contadina del villaggio in abiti tradizionali, a destra il partito nazionalsocialista rappresentato da due militi delle SA, un membro delle SS e un giovane tamburino. Il mondo contadino si consegna a coloro che dovrebbero garantire la continuità della sua precaria esistenza. Nel dopoguerra la casa di Buchschlag venne occupata, confiscata e recintata da un alto filo spinato dagli americani che si installarono nel villaggio sequestrando centodieci abitazioni. Molte opere sono trafugate e danneggiate. L’artista si rifugia con la famiglia e le sue poche cose non requisite a Schrecksbach in cui aveva spesso trascorso le vacanze estive. Con l’aiuto economico della figlia Ingeborg e del marito Heinrich Henel, sposato il 18 marzo del 1932 e divenuto cittadino canadese e docente all’università del Wisconsin, il pittore riesce a costruire una piccola casa nel villaggio di Schrecksbach. La perdita della casa-atelier, il sequestro e il furto di molti lavori, la terribile situazione di vita nella Germania del primo dopoguerra portarono l’artista in uno stato di forte depressione. Le forze e le energie creative vennero meno. Problemi cardiaci lo costrinsero a letto per lunghi periodi. Emil Beithan muore a Schrecksbach in der Schwalm il 5 luglio 1955. Per la sua opera, dedicata alle popolazioni contadine dell’Assia, viene citato dai pochi che lo ricordano come MalerSchwälmer Brauchtums, pittore della tradizione della gente dello Schwalm.

(1) http://de.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Tr%C3%BCbner

(2) http://de.wikipedia.org/wiki/Heinrich_Hasselhorst

(3) http://de.wikipedia.org/wiki/Br%C3%BCder_Grimmhttp://it.wikipedia.org/wiki/Fratelli_Grimm

(4) http://de.wikipedia.org/wiki/Carl_Friedrich_Wilhelm_Leonhardt

(5) http://de.wikipedia.org/wiki/Willingsh%C3%A4user_Malerkolonie

(6) http://de.wikipedia.org/wiki/Jakob_Sprenger_(Politiker)

Le seguenti opere possono essere visionate:

Tanzende Schwälmer s.d.72x91cm.presso il Mathildenhöhe di Darmstadt

Schwälmer Bauern s.d.65×88 cm. presso il Mathildenhöhe di Darmstadt

Schwälmer Bauer 1906, 75×63 cm. presso Von der Heydt Museum di Wuppertal

Schwälmer Botenfrau s.d. 69×58 cm. presso Regionalmuseum di Alsfeld

Katharina Pfalzgraf s.d. 49,5×40,5 cm. Presso Stadt Museum di Offenbach

Schwälmer Bauer in Arbeitstracht s.d. 68×60 cm. presso Museum der Stadt di Ziegenhain

Gutsbesitzer 1905, 79×66 cm. presso Freilichtmuseum Hessenpark di Neu Anspach

Schwälmer Bäuerin mit Kind 1917, 62,5×50 cm. presso Freilichtmuseum Hessenpark di Neu Anspach

Schwälmer Bauer in Arbeitstracht mit Sense s.d. 107,5×56,5 cm. presso Freilichtmuseum Hessenpark di Neu Anspach

Anna- Elisabeth Schäfer, geb Zulauf s.d. 118×56,5 cm. presso Freilichtmuseum Hessenpark di Neu Anspach

Schwälmer Bursche Ziehharmonika spielend 1919, 29×24 cm. presso Museum di Otzberg

Frau in Tracht s.d. 28×24 presso Museum di Otzberg

Dorfstasse in Schrecksbach 1944, 65×55 cm. presso Museum der Stadt di Ziegenhain

Bibliografia

Emil Beithan, Buchschlag i.H. (in Hessen) album di 19 stampe 31 x 25 cm. 1933. Album di ritratti di abitanti della valle dello Schwalm in Assia, Germania dipinti tra il 1905 e il 1933 da Emil Beithan. Nella Third Reich Collection della Library of Congress USA (vedi: http://lccn.loc.gov/2005682028) si tratta di un portfolio di ritratti di abitanti della valle dello Schwalm nell’Assia dipinti tra il 1903 e il 1933 da Emil Beithan. Nella raccolta si trovano ritratti di contadini, coppie di sposi, famiglie che vanno in chiesa, ragazza dell’osteria, fattoria con animali e case a graticcio. Vi è anche un autoritratto e cinque pagine di testo dattiloscritto con dettagli biografici dell’artista e considerazioni sul ruolo dello Stato tedesco nazionalsocialista nella promozione dell’arte e degli artisti.

Sandra Grothmann Leben und Werk des Malers Emil Beithan – 1878 – 1955 vedi:http://publikationen.ub.uni-frankfurt.de/frontdoor/index/index/docId/2352

Emil Beithan – Ein Maler der Schwalm Ordemann 1977 Verlag Dirk Ordemann Landgraf-Phillip-Straße 14 D 34613 Schwalmstadt tel. 06691 6529 fax 6691928780

Maler in Röllshausen Ordemann 1979 Eins von 500 Ex. 12 Bilder in Okarton Mappe mit Beiblatt. Bilder u.a.v. Karl Mons / Henner Knauf/ Emil Beithan.

Die Willingshäuser Malerkolonie und die Malerkolonie Kleinsassen Jürgen A. Wollmann (Hrsg.). Schwalmstadt -Teysa, Willingshäuser Gemäldekabinett Wollmann, 1992

AKL Allgemeines Künstlerlexikon Leipzig, Bd. 8, 1993

H. Vollmer Allgemeines Lexicon der Bildenden Künstler Leipzig, Bd. 1, 1953, 159

Kunst aus dem Besitz der Stadt, Darmstadt 1981

Hermann Ebert Rede zur Eröffnung der Ausstellung Emil Beithans in Schwälmer Jahrbuch 1980

Dirk Ordemann Emil Beithan – Ausstellung zu seinem 125. Gebertstag in Schwälmer Jahrbuch 2004

Imela Löw – Perdita Fitzgerald Der Künstgarten Beithan Denkmal & Kulturgeschichte 2/2001

Die Schwälmer Kinder des Malers Beithan – Ansichtskarten aus der Schwalm in Hessische Heimat, 45 Jahrgang, Heft 2, 1995

Auf froher Fahrt! 8 farbige Künstlerpostkarten nach Entwürfen von Maler Emil Beithan, Verband für Deutsche Jugendherbergen, Hilchenbach in Westfalen, 1930

http://de.wikipedia.org/wiki/Willingshauser_Malerkolonie

http://www.museumderschwalm.de/

http://www.willingshausen.de/

http://www.malerkolonie.de/

Introduzione al portfolio Emil Beithan, Buchschlag i.H. (in Hessen) album di 19 stampe 31 x 25 cm. 1933

Emil Beithan Buchschlag i.H.

Es genügt zu schauen, höchstens noch ganz kurze Texte zu lesen; viele werden aber bereit sein, eine bildliche Darstellung aufzunehmen, als eine längeres Schriftstück zu lesen. Das Bild bringt in viel kürzerer Zeit, fast möchte ich sagen, auf einen Schlag dem Menschen eine Aufklärung, die er aus Geschriebenen erst durch langwieriges Lesen empfängt. Adolf Hitler

Emil Beithan, Buchschlag i.H.

geboren am 27. Mai 1878 zu Bad Homburg vor der Höhe

Die erste Ausbildung in der Malerei erhielt ich in der Zeichenklasse von Professor H. Hasselhorst in Städelschen Kunstinstitut zu Frankfurt am Main. Später besuchte ich die Malschulen von Professor E. Klimsch und Wilhelm Trübner. Die letzen Jahre wurde mir zum selbstständigen Arbeiten das Meisteratelier eingeräumt. Von den Studienreisen nach München und Berlin zurückgekehrt, malte ich hier meine ersten Bilder, Stilleben. Portraits, eine “Sachsenhäuser Apfelweinkneipe”, die “Näherinnen”, “Negerknabe”, ein größeres Wandbild für eine Schule, u. a. – Eine spätere Studienreise durch das Hessenland führte mich 1905 in das Schwalmtal. Abseits der großen Verkehrsstraße, von sanften Hügeln umsäumt, liegt das stille, friedliche Tal, durchzogen von einem kleinen Flüsschen, die Schwalm genannt. Seine Bewohner, ein stolzes, ehrwürdiges Bauerngeschlecht tragen noch heute die jahrhundertealte Tracht ihrer Vorfahren. Die Charakterlichen Köpfe und Gestalten der Schwälmer, ihre malerische, eigenartige Tracht, die in grünen Tälern verstreut liegenden, freundlichen Dörfchen, bieten dem Maler eine Fülle reizvolle Motive, und so blieb ich in dem von Malern viel besuchten Dorfe Willingshausen. Hier entstanden meine ersten Schwälmer Bilder; “Bildnis des Gastwirts Pfalzgraf”, “Vorbereitung zum Kirchgang”, “Zwei Schwälmer”, “Schwälmer Mädchen”. In den nächsten Jahren siedelte ich ganz nach dem Schwalmdorfe Schrecksbach über. Dort malte ich eine ganze Anzahl Bilder aus dem Schwälmer Volksleben: “Großvater und Enkelkind” (im Elberfelder Museum), “Spinnstube”, “Bauern beim Kegelspiel”, “Politisierende Bauern”, “Großmutter erzählt”. Später “Bäuerin”, “Braut und Bursche”, “Abendmahlzeit”, den ersten “Schwälmer Tanz”, und “Schwälmer Paar” (Museum der Stadt Essen). In den nächsten Jahren arbeitete ich dann im meinem Atelier in Buchschlag. Bildnisse, Stilleben, “Damen in Biedermeierkleid”, “Rokoko”, “Vor dem Spiegel”, “Damen in Grün” sind aus dieser Zeit. Ein Aufenthalt in der Marburger Gegend, im sogenannten Hinterland, war nur von kurzer Dauer. (Zwei Bilder “Hinterländer Bauer”, und “Mädchen aus dem Hinterland”) Hier war leider ein längeres Arbeiten nicht mmöglich. Es scheiterte an der Hartnäckigkeit der Bewohner, die sich nicht malen lassen wollten. In Kirschgöns in der Wetterau malte ich die Bilder “Hessische Bäuerin”, “Mädchenaus Pohlgöns”. Einige Monate im Ebsdorfer Grund bei Marburg ergaben eine Anzahl farbiger Zeichnungen. Auch die folgenden Arbeiten aus dem Schwälmer Land bestanden meist aus Aquarellen und Zeichnungen. Während der Kriegszeit mit ihrem Mangel an Oelfarben und Leinwand versuchte ich es mit Aquarellen, mit Kohle gezeichneten und mit Wasserfarben kolorierten Blättern. Eine Studienreise nach Dachau, Niederbayern, Württemberg, Schwarzwald und dem Niederelsass brachte eine ganze Reihe von Zeichnungen dieser Art. Die Nachkriegszeit, die sogenannten Inflationsjahre, verlebte ich fast ausschließlich bei meinen Schwälmer Bauern. Eine Anzahl teils größerer Arbeiten ist hier entstanden. 1925 bis 1930 malte ich Portraits und Stillleben, meist aber Bilder aus der Schwalm, “Bauer mit Kuh”, “Der Blinde und der Lahme”, den “Zweite Schwälmer Tanz”, “Im Feststaat”, “Schwälmer Braut”. Immer zog es mich wieder hin zu dem stillen Tal, zu den Menschen von einfacher, gerader Art, die in der schönen, malerischen Tracht ihrer Vorfahren einhergehen. Hier in enger Verbundenheit mit einem Volksschlag, der in treuer Anhänglichkeit festhält an dem Lebensstil seiner Ahnen, ging auch ich meinen Weg, unbeirrt und unbeeinflusst von all den Strömungen der Zeit mit ihrer Sucht nach stets wechselnden Ausdrucksformen. Meine letzte Arbeit in der Schwalm war der “Gang zu Arbeit” im Herbst 1933. Nach dieser Zeit war mir ein Aufenthalt dort nicht mehr möglich, da meine Mittel hierzu nicht mehr ausreichten. Ich malte in Buchschlag eigene Portraits und Stillleben. Ein Auftrag, das Geburtshaus von Reichsstatthalter Sprenger zu malen, führte mich im vergangenen Sommer nach Oberhausen in die Pfalz. In den letzten Jahren ist in den Kreisen früherer Kunstliebehaber das Interesse für den Erwerb von Kunstwerken immer mehr geschwunden. Aufträge und Verkäufe blieben auf. Ffür die geplanten Aufträge staatlicher Behörden und Organisationen zur künstlerischen Ausschmückung öffentlicher Gebäude mit Wandbildern fehlen leider noch die Mittel. Es ist so, wie Reichminister Dr. Goebbels in seiner Düsseldorfer Rede zum Ausdruck brachte: “Der Künstler ist heute in einer sehr schweren Lage; Es ist ihm nicht möglich, sich selber zu helfen. Es muss ihm von Seiten des Staates geholfen werden.” Soll, wie es gedacht war, die deutsche Kunst Gemeingut des ganzen deutschen Volkes werden, so müssen auch von dem Volke, d.h. von dem Staate, die Mittel aufgebracht werden, um den Künstler für seine Aufgabe leistungsfähig zu erhalten. Solange der Künstler ohne Mittel, ohne Aufträge, ja ohne Anerkennung und Erfolge bleibt, ist es ihm unmöglich, Kunstwerke von Wert und Bestand schaffen zu können und mit all seinen Kräften zu arbeiten an dem Aufbauwerk eines “Neuen Zeitalters der deutschen Kunst. ”

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